Il quindicesimo Archetipo SAMECH funzione PRESSIONE

Samech lettera ebraica ESCAPE='HTML'

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Come nei precedenti lavori la prima parte è una ricerca estrapolata da vari testi.
L'ultima parte dà invece “voce” ai Maestri di Shamballah.

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Siamo giunti ad occuparci di uno degli Archetipi più difficili e controversi  in quanto è stato caricato nel corso della storia di ogni sorta di emozione e soggettività.

Il nostro compito è arrivare al suo nucleo profondo che è la creazione di Dio stesso, essendo gli Archetipi la Sua diretta e prima  emanazione.

La Samech ha la funzione di pressione o compressione.

Ricordiamo che con il quattordicesimo Archetipo eravamo giunti al concetto di vescica piscis ad una situazione della materia a valore nullo, paragonabile all'Aleph nel microcosmo.

Tutto rimarrebbe fermo se non ci fosse una forza in grado di sbilanciare questo perfetto equilibrio.

La Samech ha la funzione di pressare, premere, schiacciare, tenere sotto, stringere, pesare, opprimere, torchiare.

Rappresenta una forza, capace di indurre una spinta.
E' un Archetipo che indica il fecondare, come può farlo il seme nella vagina.

Samech lettera ebraica ESCAPE='HTML'

Deriva dal disegno d'un antichissimo strumento tondo per schiacciare i cereali nel quale era contenuta la farina schiacciata.

La sua particolare forma ci ricorda che in ogni fine è innestato sempre un nuovo principio.

Rappresenta la forma che preme quindi, come può esserlo la mola del mulino.

Come segno grammaticale indica anche tutto ciò che ha rapporto con la fatica e con il limite.

Come ho anticipato questo Archetipo è stato crocifisso a causa della visione parziale dell'uomo in quanto è divenuto il simbolo del diavolo, della divinità infernale.

In realtà questa funzione, come possiamo facilmente comprendere se la osserviamo dal punto di vista della sua funzionalità è indispensabile nella nostra esistenza.

Pensiamo a quando comunemente l'utilizziamo senza definire le nostre azioni infernali: mentre sto scrivendo uso questa funzione in quanto premo i tasti nella   tastiera, se voglio bere del caffè devo ridurre i chicchi in polvere, frantumandoli.

Questa funzione non è quindi diabolica quando viene utilizzata in modo saggio o meglio, funzionale.

Moltissime armi create per violentare la vita invece,  sono state copiate dagli strumenti di lavoro, utili all'uomo per la sua sopravvivenza.

Per esempio il coltello, creato per potersi procurare facilmente il cibo in forme trasportabili è stato trasformato in arma per uccidere.

Gli Archetipi non sono né buoni, né cattivi: sono semplicemente veri.

Con la Samech entriamo nel terzo settenario.

Ricordiamo la legge del ternario:

1) il principio che agisce causa o soggetto dell'azione
2) l'azione del soggetto ossia il suo verbo
3) l'oggetto dell'azione o effetto o risultato.

I tre settenari che rappresentano l'Opera divina sono:
    
     1) Spirito
     2) Anima
     3) Corpo.

La Samech quindi c'introduce nel corpo dell'Opera divina, nella manifestazione oggettiva della Creazione, nell'effetto, nel risultato.

E' quindi l'uomo in forma manifesta e la Samech è paragonabile nel microcosmo alla Beth.

La Samech comprimendo l'energia indifferenziata contenuta nella vescica piscis, permette la manifestazione oggettiva di parti di essa.

Sappiamo che ciò che ha valore nullo è inafferrabile ai nostri sensi e la Samech nel piano del corpo rappresenta quella forza che comprimendo parti del privo di forma, spinge all'assenza dell'unità e quindi manifesta la mancanza.

La mancanza è la spinta, quella forza che viene dal basso e che preme verso la pienezza di qualcosa che non è più unito, ossia la materia.

Estia è un mito che rappresenta il 15° Archetipo ed è una Dea priva d'immagine: era  la primogenita delle figlie di Crono ed Era.

Estia e Samech ESCAPE='HTML'

Fu ingoiata per prima dal padre e liberata per ultima e rappresenta il fuoco interiore creativo.

Era la Dea venerata come custode dei Templi e del Fuoco Sacro.

Era la Custode delle case ed il suo simbolo era un cerchio posto al centro degli edifici.

Secondo Jung,  Estia è il punto centrale all'interno dell'Anima fonte di energia, che si manifesta in un impulso a divenire ciò che si è.

La Dea ed il fuoco erano una cosa sola e la sua prima raffigurazione è stata  una pietra.

Ci sono stati diversi problemi anche nella ricerca della lettera dell'alfabeto corrispondente alla Samech: per la maggior parte degli autori è la lettera S.

Ma se noi risaliamo alle origini vedremo che la Samech corrisponde alla lettera  X.

Lettera X ESCAPE='HTML'

E' la forma decussata ( intersecazione a forma di x) nello spazio.

E' il Logos di Platone inteso come microcosmo e la sua forma è perfetta ad indicare il primo movimento di due polarità opposte (rappresentate dalla linea verticale ed orizzontale) che si trovavano ad energia zero.
La X viene definita il mistero dei misteri, la forza delle forze, la luce della luce, la gloria delle glorie.

Le forme geometriche che rappresentano la Samech sono il pentagramma rovesciato e la Samech primitiva.

Pentacolo capovolto ESCAPE='HTML'
Antica Samech ESCAPE='HTML'

Il pentagramma rovesciato come abbiamo potuto vedere nel quinto Archetipo, la Hè la cui funzione è VITA, rappresenta l'antitesi della stessa.

Il pentagramma con due punte rivolte verso l'alto è la sera, la profanazione, il capro di Mendez o Lilith, il male, la magia nera.

Riusciremo nel nostro intento di ridare sacralità a ciò che è creazione anche se difficile da comprendere?

Abbiamo secoli, millenni di storia oscura e d'insegnamenti d'ogni tipo che ci sbarrano la strada ma quello che dobbiamo tenere a mente sempre è che un Archetipo è una FUNZIONE prima di tutto.

E se è stata creata significa che il suo valore ha una qualche ragione di esistere e forse, non è proprio come abbiamo sempre pensato.

La Samech corrisponde al numero 15.

Ricordiamo che alla base della dottrina Pitagorica troviamo il dogma che afferma che  le forme corrispondono a numeri quindi  la vera natura del mondo, come delle singole cose, consiste in un ordinamento geometrico e misurabile.

Il numero 15 rappresenta in numerologia il segreto, il magico, l'occulto e la forza dell'energia universale, la suggestione, l'influenza, il fascino, l'inconscio, la rivoluzione.

Numero 15 ESCAPE='HTML'

Nella versione del "Classico dei mutamenti" chiamato anche I King attribuita al filosofo Zhu Xi  troviamo i concetti “ Hetu” e “ Luoshu”.

I King è un libro antichissimo, utilizzato esteriormente, proprio come i Tarocchi, a scopo divinatorio.

E' in realtà un veicolo di meditazione che incanala attraverso il suo studio, l'energia prima contenuta negli Archetipi, conducendo il soggetto all'illuminazione.

Lao Tze e Confucio, due grandi uomini riconosciuti per la loro immortale saggezza, attinsero durante la loro formazione proprio al “Libro dei Mutamenti”.

Hetu e Loushu sono due rappresentazioni grafiche, come anticipato, che si dice contengano la chiave matematica della vita e dell'universo.

La chiave di questo mistero è conosciuta unicamente da pochi Maestri Taoisti, che affermano di farne uso nelle pratiche di alchimia interiore.

Hetu e Luoshu ESCAPE='HTML'

Le perle azzurre corrispondono a numeri Yang, l'energia maschile, le perle rosa a numeri Yin, l'energia femminile.

Sostituendo alle perle dei numeri otteniamo un quadrato magico.

Quadrato magico e numero 15 ESCAPE='HTML'

I quadrati magici sono combinazioni in cui sommando qualsiasi colonna di numeri, in verticale, orizzontale o diagonale si ottiene sempre lo stesso numero, in questo caso il 15, il nostro numero.
Quadrati di questo genere vennero elaborati dai matematici arabi solo mille anni dopo.
Il principale segreto contenuto in questo quadrato magico indica che ogni cosa giunta al suo estremo, muta necessariamente nel suo contrario.
E non potrebbe essere diversamente considerando che nella vescica piscis abbiamo avuto il momento zero dell'unione degli opposti, il perfetto equilibrio principio di ogni mutamento.
Nelle antiche civiltà matriarcali il numero quindici era considerato un giorno sacro, che corrisponde alla Luna Piena perché nel mese sinodico, che conta 29 giorni, il quindicesimo giorno è quello del plenilunio.

Per i Sumeri ed i Babilonesi era il numero consacrato alla Regina del Cielo Manna (Ishtar), regina della Notte.

Con l'avanzare del patriarcato, come ben sappiamo, a tutti gli attributi della notte venne dato un significato sinistro e distruttivo e la Luna fu demonizzata.

Ma proprio come afferma il significato del numero 15, una volta raggiunto il massimo possibile di un'esperienza, la stessa si capovolge iniziando il suo opposto cammino.

Anche nelle Profezie di Merlino, egli ci parla di un momento chiave del mutamento della coscienza, in cui afferma, “le radici ed i rami si scambiano di posto”.

Merlino e Samech ESCAPE='HTML'

Il lato luminoso del 15 è, spogliato del suo manto apocalittico, il raggiungimento di un traguardo della coscienza superiore in cui ciò che sembrava, stravolge completamente la sua forma, per manifestarsi in ciò che è.

Quindici gradini conducevano al Tempio di Gerusalemme ed ognuno di essi corrispondeva ad un salmo che i pellegrini cantavano gradino per gradino.

Tempio di Gerusalemme ESCAPE='HTML'

Nell'arte ci sono diversi dipinti di Maria bambina, che sale i 15 scalini del Tempio per prepararsi al grande compito che l’attende.

Salendo queste scale la Vergine diviene “Luna Piena”, simbolo della donna matura e della madre.

Luna Piena ESCAPE='HTML'

Come Madre del Signore diviene ella stessa simbolo del Tempio che porta nel mondo il Divino.

Come 3 x 5, il quindici unisce il divino 3 con il terreno 5.
Questo legame si ritrova nei quindici segreti recitati dai Rosacroce.

Per i Massoni la “Camera di Mezzo” è  il punto di intersezione dei due bracci della croce, a cui si accede per mezzo di 15 gradini divisi in tre gruppi: tre, cinque, sette.

Questi numeri sono quelli dell’Apprendista, del Compagno e del Maestro.

L'ultimo gradino corrisponde ad Hiram risuscitato, il Maestro, che “individuato” veramente, è nella Loggia la Pietra perfetta.

Il numero quindici è strettamente legato all'erotismo in quanto rappresenta l'energia celata nel fiore dell'oscurità, la luce nascosta del velo della Notte, come la Luna illumina la notte con il suo massimo splendore nella volta celeste.

Erotismo e Samech ESCAPE='HTML'

Il numero 15 rappresenta la comprensione profonda dell'occulto, che rivela la sua Luce e per questo viene chiamato la “bella fanciulla” ad intendere che nell'oscurità profonda, vi è il seme della Luce più pura ed innocente e vedremo in seguito meglio questo apparente contrasto.
Gli ebrei credevano che il 15 fosse il numero benefico per eccellenza poichè ad ognuna delle cifre che lo compongono viene assegnato il senso di rappresentazione della prima e seconda lettera della parola "Jehova".
Il 15 ancora, è il numero che nella riduzione teosofica è  10 + 5 che rappresenta   l'Adam Kadmon, l'uomo completo espresso dal numero 10, che manipola la quintessenza, l'Energia Prima onnipresente.
Nell'ebraismo la forma circolare della Samech simboleggia la verità fondamentale che si riflette a tutti i livelli  realtà.
Rappresenta il sostegno dopo la caduta della Mem e la transizione della Nun, la continuazione della vita di fronte all'entropia, l'incoraggiamento.
E' il principio primo trasformatore terribile e magnifica fonte di energia che spinge verso l'alto o verso il basso.
La Samech possiede una forma circolare ed al negativo il cerchio rappresenta uno stato di chiusura mentale, di eccesso di sicurezza nelle proprie idee, il male e la tentazione, la falsità, gli istinti seducenti.
E' l'uomo che si lascia sedurre dalla potenza della Samech, diventando schiavo di tutto ciò che sta in basso, sprofondando negli abissi più oscuri.
Al positivo, invece è l'uomo che ha compreso la potenza di questa energia che tutto pervade e l'ha guidata verso l'alto, approfittando della sua enorme spinta.
E' l'uomo che si apre al trascendente.
Nella ghematria la Samech ha valore di 60.
Rappresenta il numero della circolarità che offre protezione.
Il Cantico dei Cantici intona queste parole:
“Sessanta prodi la circondano”.
La “lei” sottintesa dal versetto è la coscienza del sapiente, dell'illuminato.
Essa è costantemente difesa da un cerchio invalicabile, chiamato “una cinta di mura di fuoco”.
Inoltre, una certa quantità di una sostanza, se messa in contatto con una quantità sessanta volte superiore di un'altra sostanza, perde la sua individualità e si cancella nella seconda. 

Nell'ermetismo ed in alchimia si sente spesso parlare del “ Grande Agente magico” .
Che cos'è?
E' il quindicesimo Archetipo, come ormai avrete intuito.
    -  I Martinisti lo chiamano * Luce Astrale *
    - i Cabalisti lo chiamano * Vergine o Mysterium Magnum*
    -  gli Alchimisti medioevali lo chiamavano * Etere *
    -  gli Occultisti orientali lo chiamano * Riflesso dell'Akasha *
    -  la Chiesa Cattolica lo chiama * Lucifero*.

Esiste nella natura una forza con la quale un solo uomo che potesse impossessarsene e sapesse dirigerla, travolgerebbe e cambierebbe l’aspetto del mondo.

E' la materia prima della Grande Opera.
È l'Anima Universale, la Matrice dell'Universo, la Causa dell'Esistenza.

Nell'ermetismo rappresenta il fluido mercuriale, universale agente di stimolo intellettuale e di rinnovamento vitale.
E' l'Anima del mondo vista come serbatoio della vitalità di tutti gli Esseri, è la famosa ed incomprensibile ai più, Luce astrale degli occultisti.

E l'elettricità vitale, la forza immensa legata all'animalità.

Rappresenta l'istinto, la stregoneria, la capacità dell'iniziato di maneggiare il magnetismo agendo sull'inconscio altrui, è l'eloquenza sconvolgente, la capacità d'incantare le masse.

E' la compressione dell'energia volatile utilizzabile dall'uomo che ne ha compreso il segreto racchiuso nella sua forma e celato dall'ombra dell'illusione.

E' il fuoco l'energia perenne a disposizione dell'uomo.

Come il fuoco deve essere maneggiato con discernimento così utilizzare questa energia richiede grandi preparazioni interiori per non venirne schiacciati dall'estrema potenza.

I Maestri Bianchi preparavano l'adepto con un allenamento molto duro, volto alla completa purificazione del suo Ego in modo da poterla utilizzare senza venirne distrutto, senza precipitare negli Abissi dell'Oscurità che noi chiamiamo male.

La spinta verso il basso data dalla pressione esercitata da questo Archetipo è potente quanto la spinta verso l'alto ed è chiaro quindi il motivo di tanta cautela.

Le figure grottesche, come il diavolo ed il Bafhomet di cui parleremo in seguito, sono l'abito con cui è stato velato, spesso dai Maestri stessi, il potere di questo Archetipo in modo da proteggere l'umanità da se stessa.

L'immaginario collettivo intriso della paura data dalla mancanza di conoscenza, ha ampliato e camuffato ulteriormente il cuore di questa potenza energetica.

Non possiamo esimerci dall'affrontare il problema della magia nera,  i misteri più orribili della stregoneria, l'evocazione ed il patto col diavolo.

Il primo assioma magico dice che:

“ Ogni verbo è creatore di ciò che afferma.
La conseguenza è che chi afferma l'esistenza del Diavolo crea e fabbrica il diavolo.

Il diavolo invocato è il “grande agente magico” impiegato per il male da una volontà perversa o meglio priva della purezza necessaria a maneggiare tale energia.

Quando vengono evocate dalla ragione, queste forme tratte dal grande agente magico, si producono con armonia.
Evocate dalla follia invece, appaiono disordinate e mostruose.

Quando un adepto di magia nera evoca la forma mostruosa che la sua immaginazione concepisce tale forma appare realmente.

Magia nera e samech ESCAPE='HTML'

La sua capacità di utilizzare l'agente magico gli permette di comprimere l'energia priva di forma e di creare l'immagine da lui stesso evocata.

Il Grande Agente Magico quindi, può essere strumento del massimo bene, come del massimo male: è l'intenzione di colui che lo invoca che fa a differenza.

Può farlo ascendere o farlo precipitare negli abissi più oscuri.
L'artista usa il fuoco più basso, motore della vita, senza legarsi, come col diavolo, a lui con nessun patto.

E' questo il significato della storia della costruzione del Tempio di Salomone, inteso come Tempio interiore della Saggezza: il figlio di David costringe Asmodeo, il diavolo, a lavorare per lui, portando l'acqua.

Asmodeo diventa poi il custode del Tempio stesso ad indicare che è questa la forza indispensabile per erigere il Tempio interiore ma è da ridurre in schiavitù, vincendo la paura di ciò che la stessa può causare senza un giusto controllo.

Nei Tarocchi la quindicesima Lama è  “ Il Diavolo”.

Il Diavolo Tarocchi ESCAPE='HTML'

Rappresenta l'androgino divino che torna a vivere dopo la morte dell'”io”, causata dalla 13° lama, La Morte.

Fu l'occultista Eliphas Levi nel diciannovesimo secolo che rappresentò la Lama nella forma attuale e venne chiamata “ Il Baphomet di Mendes”.

Levi combinò le immagini della carta del Tarocco del Diavolo ed il caprone maschio adorato nella città di Mendes in Antico Egitto.

Era collegato all'alchimia spirituale che consisteva nella trasformazione dell’anima umana fino alla divinità.

Il caprone rappresentava come il segno del capricorno, il nuovo sole dell'inverno che rinasce nuovamente  non appena le giornate cominciano ad allungarsi.

I Greci lo equipararono a Pan, il cui simbolo era il fallo, che rappresentava la fertilità e la forza creatrice della Natura.

Pan significa  TUTTO ed il suo culto ebbe origine in Arcadia.

Il Baphomet è giunto a noi soprattutto grazie ai Templari che lo veneravano e con questa principale accusa furono sterminati dall'Inquisizione.

Il nome  deve essere letto al contrario:

TEM-OHP- AB

Che significa:

“ Templi omnium hominum patti Abbas”
ossia
“ Il padre del tempio della pace di tutti gli uomini”.

Per Arkon Daraul, un autore e docente di tradizione e magia sufi il nome  Baphomet deriva dalla parola araba “Abu fihama (t)”, che significa “Il Padre della Comprensione”.

Studiando i Rotoli del Mar Morto il Dr. Hugh Schonfield ha scoperto ce utilizzando un codice ebraico chiamato “ la cifra di Atbash”, la parola Baphomet  viene tradotta nella parola greca * sophia *, che come sappiamo significa conoscenza.
Passiamo ad esaminare la Lama e tutti i suoi segreti, spogliandola di quel terrore religioso che c'impedisce di guardarla negli occhi.
La quindicesima Lama rappresenta l'energia spinta all'estremo, la vitalità fisica, il fluido vitale, l'istinto tentatore, l'istinto brutale, la rabbia, il disordine la sregolatezza, la passione cieca.
Rappresenta gli impulsi egoistici, fonte dell'egoismo restrittivo, corporeizzante.

E' lo zolfo, il fuoco realizzatore imprigionato nel nucleo di ogni Essere.
E' l'Ombra, l'Antagonista.

E' il Grande Agente Magico a cui dobbiamo rivolgerci per le cose terrene.
Ci appare come il Baphomet dei Templari, un personaggio androgino in possesso delle caratteristiche in equilibrio di entrambi i sessi: seni femminili e un’asta che rappresenta il fallo.

Il pentagramma immacolato sulla fronte del capro indica la volontà ferma che è necessaria per poter agire sul diavolo, sui nostri istinti che sono sia un motore per avanzare nella vita, che un freno laddove non hanno un conducente capace.
Il processo alchemico per maneggiare il grande agente magico  è rappresentato  dai tatuaggi “Solve e Coagula” sulle braccia del Baphomet.

Sciogliere (trasformare cioè il solido in liquido) e Coagulare (trasformare il liquido in solido) sono i due passaggi necessari del processo alchemico che mira a trasformare la pietra in oro ossia un uomo profano in un uomo illuminato.

Attiriamo a noi la vitalità ambientale, invisibile eppure onnipresente e priva di forma e la condensiamo.

Questa è la coagulazione che si compie con il favore del polo genitale( come indica il simbolo indù nel sesso).

Questo fluido coagulato attirato a sé dall'operatore, lo carica come potrebbe farlo una pila elettrica ma non si produce alcun effetto fino a che non vi è anche la scarica ossia l'operazione “solve”, detta anche soluzione.

Qui interviene il braccio destro che regge una torcia incendiaria ad indicare appunto, la forza che possiede .

Per non produrre un incendio distruttivo intervengono i due diavoletti, femmina e maschio, energia femminile e maschile, alternandole.

Entrambi fanno il segno dell'esoterismo ripiegando le ultime due dita della mano protesa: trasmettono con il loro legame rappresentato dai vari simboli, la trasmissione del fluido dall'uno all'altro.

La diavolessa tocca poi lo zoccolo del diavolo per restituirgli il fluido in eccesso.

E' l'iniziato che non rinnega i suoi istinti ma li guida sublimandoli ed ottenendo in cambio energia a differenza dell'uomo semplice che invece viene completamente soggiogato da questa stessa forza.

La padronanza di questa forza vitale, la Vita Astrale, è quello che viene chiamato dai moderni occultisti “Magia”.

ll Diavolo  incarna il culmine del processo alchemico – l’unione di forze opposte per creare luce astrale – la base della magia ed infine, l’illuminazione.

E'  Lucifero, il portatore di luce, precipitato dal cielo e conficcatosi nel punto di equilibrio di tutte le forze al centro della Terra, è il coagulo di tutte le energie, il Sole nero.

Lucifero e Samech ESCAPE='HTML'

Nella psiche rappresenta  la potenza pura del desiderio, dell'attrazione e della repulsione, della frizione tra gli elementi - come il maschile e il femminile - che raggiunge lo stato di scintilla.
E' lo stato oscurato della coscienza, spinto a reagire dal potenziale interno inespresso.
La presenza stessa è costante fonte di conflitto. La paura come l'ammirazione per questo potenziale sono le catene con cui contamina e aggioga la mente.
La sua funzione evolutiva è di scuotere e allertare, risvegliare cioè la coscienza addormentata, per la chiamata a combattere la più importante battaglia spirituale, quella contro il seme della schiavitù.
La Runa che corrisponde al quindicesimo Archetipo è URUZ.

Runa Uruz ESCAPE='HTML'
Runa Uruz ESCAPE='HTML'

Rappresenta la volontà, la forza primordiale, la salute, l'istinto di sopravvivenza, le energie inconsce da plasmare.
E' una formidabile fonte di energia sempre disponibile ma di difficile controllo che se non viene in qualche modo incanalata può portare alla distruzione.
E' il potere intrinseco del vuoto, dell'abisso, lo spazio tra due polarità colmo di una forza luminosa che in antico norvegese viene chiamata ginnung: è la Runa delle potenzialità. Indica che ogni cosa perché venga in essere, deve avere il potere di essere.
Osho infine ci parla così della Samech:
“Quando l'energia si trova esattamente nel centro pulsante, quando non si muove né nella testa, né nel cuore, quando si trova nella fonte stessa da cui la prendono sia il cuore che la testa , pulsando nella fonte stessa, questo è zazen.
Zazen significa essere semplicemente seduti nella fonte stessa, senza muoversi da nessuna parte.
Sorge allora una forza incredibile, un trasformazione dell'energia in Luce ed amore, in compassione, in creatività. Può assumere molte forme. Ma per prima cosa devi imparare a come essere nella fonte”.

Shamballah

Adam Kadmon e Quintessenza Samech ESCAPE='HTML'

Il quindicesimo Archetipo, cara sorella di Luce benedetta, riguarda la forma pensiero che regala l'energia necessaria ad ogni evento dell'esistenza dell'uomo.
E' una funzione che comprimendo parti d'un privo di forma provoca una spinta che può avvenire in senso esteriore, come nel caso di oggetti che premono o comprimono od anche interiore.

Può venire compressa la coscienza, la sapienza, l'intelligenza, l'amore: qualsiasi cosa.

Questa pressione provoca uno stimolo prodotto dalla mancanza di equilibrio che spinge verso quel determinato aspetto.
E' energia che non si può vedere ma che costituisce la base della materia vivente.

La producete o meglio, la vivete voi uomini, attraverso il vostro stesso lavoro in Terra.

Quest'energia è il risultato di operazioni alchemiche che sono la base dell'esoterismo: quando due energie opposte si sbilanciano creano inevitabilmente un rilascio d'energia in eccesso od in difetto.

Essendo il nucleo di quest'energia il punto focale da cui ha origine è praticamente una riserva d'energia esplosiva che viene rilasciata dall'individuo in forme più o meno grandi ed evolute.

Se l'individuo è riuscito a costruire un equilibrio tale entro di sè, può interagire con essa senza venirne sopraffatto ed avrà a disposizione il segreto con cui operare nel mondo della materia con efficacia.

La Samech riguarda la parte oscura della personalità che agisce a livello sottile eppure percepibile per chi ha gli occhi rivolti verso il dentro.

Se l'individuo riesce a controllare la sua rabbia, per esempio, perchè l'osserva con distacco e non la lascia esplodere,  impara a rilasciare l'energia prodotta utilizzando solo la parte che gli serve per compiere una data azione.

Quell'uomo ha imparato l'arte della manipolazione della quintessenza.

L'energia emotiva che viene scaricata dallo sbilanciamento della polarità, vene indirizzata consapevolmente e può creare ogni cosa.

Dovete imparare a percepirla dentro di voi, è un'onda potente simile all'impeto della passione.

Una volta percepita potete indirizzarla, modulandone l'intensità a seconda del vostro volere, nella creazione da voi voluta.

E' l'energia della Creazione, quella di cui vi abbiamo spesso parlato.

E' indispensabile essere perfettamente equilibrati e disinteressati nel procedere con i vostri esperimenti, altrimenti il fallimento è certo.

La quintessenza, l'energia onnipresente, è l'energia del fuoco a disposizione di quelle Anime audaci che vogliono conoscere oltre ciò che è comunemente accettato.

Ma la stessa rimane celata e gioca a nascondersi per coloro che non sono pronti a farne buon uso.

L'energia è intelligente.

Ogni volta che voi interagite con lei , Lei interagisce con voi in modo intelligente e cosciente.

E' viva ed è questo il suo più grande segreto.
Lei è !